Controllare la reazione allo stress: si può fare
- Leonardo di Lernia

- 13 feb 2023
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 10 set 2023

Passiamo anni ad allenarci a performare al meglio.
Sul campo da gioco, a scuola o all’università, al lavoro.
Ma non importa quanto si possa essere preparati: la pressione della performance perfetta a volte è così potente da sabotarci al punto da compromettere il nostro successo.
Quando si presenterà una sfida, sfrutterai l’occasione per performare al meglio o la pressione ti schiaccerà al punto da impedirtelo?
In grande misura, la risposta a questa domanda ha molto a che fare con la qualità della tua risposta fisiologica allo stress.
Di fronte a una situazione di pressione intensa, che tu sia un calciatore al dischetto per il rigore che deciderà il mondiale, un dirigente di fronte a tutta l’azienda impegnato in un’importante presentazione, una mamma nel traffico per portare la figlia a danza, il tuo corpo risponde allo stress allo stesso modo: la frequenza cardiaca aumenta, il respiro accelera, i vasi sanguigni si restringono, e tu senti un’overdose di energia derivante dagli ormoni e neurotrasmettitori dello stress che vengono rilasciati.
Tutte queste reazioni avvengono in modo automatico perché il tuo corpo è programmato biologicamente per rispondere allo stress come se tu fossi in un pericolo fisico e reale per la tua sopravvivenza.
Il sistema nervoso autonomo (SNA) - il controllore e responsabile di tutte quelle funzioni biologiche che avvengono senza che tu debba pensarci, come il respiro, il battito del cuore, la digestione, etc - è in grado di prepararti in decimi di secondo alla lotta o alla fuga.
Qui c’è il problema: nessuna di quelle situazioni menzionate sopra (e con tutta probabilità nessuna di quelle che più ti stressano ogni giorno) richiede direttamente una lotta o una fuga.
Ma tutto questo avviene ugualmente.
E la risposta ti attacco-fuga lascia il tuo corpo in una condizione fisiologica che è dannosa per la tua salute psicofisica e che ti impedisce di performare al meglio in ciò che fai.
È impossibile pensare in modo lucido, prendere decisioni sagge ed essere fiduciosi in sé stessi quando il cuore batte all’impazzata, il respiro è superficiale e irregolare e le tue mani stanno tremando.
Con tutta probabilità avrai provato qualcosa di simile nella tua vita, o lo sperimenti tutti i giorni.
Grazie al prezioso contributo dei saggi del passato e della ricerca nel campo della psicologia e del mental coaching abbiamo una vasta gamma di tecniche per la riduzione dello stress. Migliaia di libri sul mindset che possono aiutarti e fare la differenza sui tuoi contenuti mentali e sul tuo approccio allo stress.
Qual è il problema però?
Il fatto è che la maggior parte di questi strumenti lavorano sui tuoi pensieri. E questo va bene, certamente è un aspetto fondamentale.
Il problema (e il limite) di tutto questo è che la risposta fisiologica allo stress non si trova nella tua mente. Non solo perlomeno.
Controllare unicamente i tuoi pensieri non può portarti ad affrontare realmente le sfide e reagire al meglio di fronte alle situazioni ad alta pressione.
Questo perché lo stress vive nel tuo corpo. Non nella tua mente.
Come agire allora davvero per migliorare la nostra risposta allo stress?
Ci sono diversi metodi per entrare nel regno delle sensazioni e interagire direttamente con la tua fisiologia.
Ma principalmente sono due le fondamenta imprescindibili quando si parla di stress-mente-corpo:
L’attività fisica: fare attività fisica quotidiana ci permette di scaricare le energie accumulate nel corpo durante le situazioni stressanti. È un modo per resettare fisiologicamente tutto l’apparato muscolo-scheletrico cosicché possa ritrovare più facilmente il suo equilibrio.
Le pratiche di respirazione (il Breathwork): il respiro è il punto di contatto con il nostro sistema nervoso. Un sistema nervoso sbilanciato può condurci verso problemi cardiovascolari, respiratori, digestivi, ormonali, ma anche muscolari, articolari ed emotivi. Attraverso il breathwork siamo in grado di interagire con il nostro sistema nervoso e fare quel passo che serve per portarci dalla mente al corpo. I cambiamenti che avvengono nella nostra fisiologia quando prendiamo il controllo del respiro e lo modifichiamo secondo schemi precisi sono reali e fisici, oltre che mentali.
Imparare un set di pratiche per controllare il respiro è uno strumento che possiamo portare con noi e sfruttarlo in ogni occasione per rispondere meglio di fronte alle situazioni che ci stressano.
Che sia una presentazione importante, il traffico che ci rende nervosi, una partita o una gara da cui dipende il nostro futuro agonistico, possiamo imparare, attraverso la gestione del respiro, a influenzare le nostre reazioni (normalmente puramente automatiche) e così le nostre performance.
Le implicazioni sono moltissime, ovviamente.
Perché qui non si parla solamente di performance sportive o lavorative ma della vita di tutti i giorni.
La nostra quotidianità è colma di situazioni che potenzialmente possono diventare insostenibili: il nostro capo al lavoro o un collega, il confronto con un genitore, i figli e la loro educazione, il traffico, un appuntamento galante, un colloquio di lavoro.
Possiamo sfruttare queste tecniche per entrare dentro il nostro corpo e prenderne il controllo. Perché sì, lo stress, l'ansia da prestazione, la paura, ce lo fanno perdere.
È un mondo incredibile, il respiro.
Vuoi saperne di più?
Contattami.
Perché ci sono delle cose che devi conoscere.
Se sei interessato/a conduco anche privatamente e online sessioni di breathwork e meditazione.
Il percorso si struttura su di te.
Su ciò che ti stressa di più. Su ciò di cui hai bisogno maggiormente.
Lasciami una mail a lio.dilernia@gmail.com
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Nel dubbio: ora fai un bel respiro profondo.
E lascia andare.
Ti auguro di esser forte quando servirà,
Leo


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