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Bambini e tecnologia: come gli schermi influenzano lo sviluppo cerebrale

bambino tecnologia e sviluppo

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita, e per i bambini è ormai naturale interagire con smartphone, tablet e televisori fin dalla prima infanzia.


Ma siamo davvero consapevoli dell’impatto che questi dispositivi hanno sul loro sviluppo neurologico?

Diversi studi scientifici suggeriscono che un’esposizione eccessiva agli schermi possa influenzare negativamente l’attenzione, la memoria e le capacità cognitive dei più piccoli. Se da un lato la tecnologia offre strumenti educativi e possibilità di apprendimento, dall’altro il suo uso indiscriminato può interferire con i processi fondamentali di crescita del cervello.


Lo sviluppo cerebrale dei bambini e l’impatto degli schermi


Nei primi anni di vita, il cervello dei bambini è in una fase di straordinaria plasticità: ogni esperienza contribuisce a costruire nuove connessioni neurali e a consolidare le funzioni cognitive. L’interazione con l’ambiente, il gioco creativo e il movimento fisico sono essenziali per sviluppare abilità come la risoluzione di problemi, la regolazione emotiva e la capacità di concentrazione. (Villani et al., 2022)

Quando il tempo trascorso davanti agli schermi sostituisce attività come la lettura, il disegno o il gioco all’aperto, si riducono le opportunità per sviluppare creatività e capacità di problem-solving.

I dispositivi digitali, per quanto educativi, tendono a fornire contenuti preconfezionati che limitano l’iniziativa personale e la capacità di esplorare e sperimentare in modo autonomo. Senza un bilanciamento tra mondo digitale e attività pratiche, il rischio è quello di una crescita meno ricca di stimoli essenziali per la maturazione cognitiva.


L’uso eccessivo degli schermi, però, può alterare questo equilibrio.

Diversi studi suggeriscono un legame tra l’uso eccessivo di dispositivi e sintomi legati all’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) e alla disregolazione emotiva (Gentile et al., 2012). L’esposizione costante a stimoli digitali intensi può aumentare l’irritabilità, l’impulsività e la difficoltà di gestione delle emozioni nei bambini (Anderson & Dill, 2000).


Studi condotti da istituzioni come l’American Academy of Pediatrics e il National Institutes of Health hanno dimostrato che un’elevata esposizione a dispositivi digitali può:

  • Ridurre la capacità di attenzione: i bambini abituati a stimoli visivi rapidi e interattivi tendono a sviluppare difficoltà nel mantenere la concentrazione su compiti meno stimolanti, come la lettura o l’ascolto di una spiegazione.

  • Compromettere la memoria a breve e lungo termine: la costante esposizione a contenuti digitali preconfezionati può limitare la capacità di elaborare informazioni in modo autonomo e critico.

  • Interferire con lo sviluppo del linguaggio e delle abilità sociali: il dialogo e le interazioni reali sono essenziali per l’acquisizione del linguaggio e l’empatia. Se sostituiti da contenuti digitali, il bambino può avere difficoltà a comprendere le emozioni altrui e a sviluppare abilità comunicative.


Perché il gioco attivo è insostituibile


Uno degli aspetti più critici legati all’uso degli schermi è la riduzione del gioco attivo. La ricerca dimostra che il movimento fisico è strettamente collegato allo sviluppo cognitivo. Quando un bambino corre, salta o manipola oggetti, sta affinando abilità fondamentali come il coordinamento motorio, la risoluzione di problemi e la creatività. (Franco, 2023)

Uno studio dell’Università dell’Illinois ha evidenziato che i bambini che svolgono regolare attività fisica ottengono risultati migliori nei test di memoria e attenzione rispetto a quelli più sedentari. Questo perché il movimento stimola la produzione di neurotrasmettitori che favoriscono la plasticità cerebrale, ovvero la capacità del cervello di adattarsi e apprendere.


Il legame tra tecnologia e qualità del sonno


Un altro aspetto spesso sottovalutato è l’impatto della tecnologia sul sonno. La luce blu emessa dagli schermi interferisce con la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia. Se un bambino utilizza un tablet o guarda la TV prima di dormire, il suo cervello può interpretare la luce artificiale come un segnale diurno, ritardando l’addormentamento e riducendo la qualità del riposo. (Ciacchini et al., 2022).


Un sonno disturbato ha conseguenze dirette sullo sviluppo cognitivo: studi del Boston Children's Hospital dimostrano che la privazione di sonno nei bambini è associata a deficit di memoria, difficoltà di apprendimento e maggiore irritabilità. Per questo motivo, è consigliabile eliminare l’uso degli schermi almeno un’ora prima di andare a letto e sostituirlo con attività più rilassanti, come la lettura o l’ascolto di musica calma.


Come trovare un equilibrio sano


Vietare completamente la tecnologia non è realistico, né necessario. La chiave è trovare un equilibrio tra il mondo digitale e le esperienze reali. Ecco alcuni consigli pratici per gestire l’uso degli schermi in modo sano e consapevole:

  1. Limitare il tempo davanti agli schermi, seguendo le raccomandazioni dell’OMS: massimo un’ora al giorno per i bambini tra i 2 e i 5 anni, con contenuti educativi e supervisionati.

  2. Favorire il gioco attivo, incoraggiando attività fisiche e interazioni con altri bambini.

  3. Creare una routine senza tecnologia prima di dormire, per garantire un sonno di qualità.

  4. Stimolare attività creative come il disegno, la lettura e la narrazione, che potenziano l’immaginazione e le capacità cognitive.

  5. Dare il buon esempio, perché i bambini tendono a imitare le abitudini degli adulti. Se vedono i genitori utilizzare spesso il telefono, saranno più inclini a fare lo stesso.


Educare alla tecnologia con consapevolezza


La tecnologia non è di per sé un nemico, ma un potente strumento che va utilizzato con consapevolezza. Per proteggere lo sviluppo cognitivo dei bambini, è fondamentale bilanciare il tempo trascorso davanti agli schermi con esperienze reali, che favoriscano la crescita sana della mente e del corpo.


Come genitori, abbiamo il compito di guidare i nostri figli in questo mondo digitale, insegnando loro a usare la tecnologia senza rinunciare a quelle esperienze che costruiscono davvero il loro futuro. Perché alla fine, nessuna app potrà mai sostituire il valore di una storia raccontata, di un gioco all’aria aperta o di una risata condivisa.


Fonti:

  • Anderson, C. A., & Dill, K. E. (2000). Video games and aggressive thoughts, feelings, and behavior in the laboratory and life. Journal of Personality and Social Psychology, 78(4), 772–790.

  • Franco, B. (2023). Il gioco arrabbiato. Edizioni Gribaudo.

  • Gentile, D. A., Swing, E. L., Lim, C. G., & Khoo, A. (2012). Video game playing, attention problems, and impulsiveness: Evidence of bidirectional causality. Psychology of Popular Media Culture, 1(1), 62.

  • Greenfield, P. M. (2014). Mind and media: The effects of television, video games, and computers. Harvard University Press.

  • Hirsh-Pasek, K., Zosh, J. M., Golinkoff, R. M., Gray, J. H., Robb, M. B., & Kaufman, J. (2015). Putting education in “educational” apps: Lessons from the science of learning. Psychological Science in the Public Interest, 16(1), 3-34.

  • Livingstone, S., Haddon, L., Görzig, A., & Ólafsson, K. (2011). Risks and safety for children on the internet: The UK report. LSE, EU Kids Online.

  • Muratori, P., Ciacchini, R., Conversano, C., & Villani, S. (2022). Mindfulness per i disturbi del comportamento. Modelli di intervento e attività per bambini e genitori.

  • O’Keeffe, G. S., & Clarke-Pearson, K. (2011). The impact of social media on children, adolescents, and families.Pediatrics, 127(4), 800-804.

  • Przybylski, A. K., Rigby, C. S., & Ryan, R. M. (2014). A motivational model of video game engagement. Review of General Psychology, 14(2), 154–166.

  • Swing, E. L., Gentile, D. A., Anderson, C. A., & Walsh, D. A. (2010). Television and video game exposure and the development of attention problems. Pediatrics, 126(2), 214-221.

  • Twenge, J. M. (2017). iGen: Why today’s super-connected kids are growing up less rebellious, more tolerant, less happy—and completely unprepared for adulthood. Atria Books.

  • Uhls, Y. T., Michikyan, M., Morris, J., Garcia, D., Small, G. W., Zgourou, E., & Greenfield, P. M. (2014). Five days at outdoor education camp without screens improves preteen skills with nonverbal emotion cues. Computers in Human Behavior, 39, 387-392.

  • Whiting, A., & Symons, M. (2020). Children and online risk: The real danger of virtual worlds. Childhood Development Perspectives, 14(1), 58-63.


 
 
 

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